Tipo: corridore a 3 punti
Longueur: 4,90 m
Largeur: 2,15 m
kg 500: Peso
Numero di posti: 1
Motore: BPM 2800 SS
Tipo: 4 cilindri in linea
Cilindrata: 2.8 l.
Potenza: ca. 165 cv.
Il cosiddetto scafo “a tre punti”, che ha dominato le competizioni motonautiche mondiali per più di tre decenni, è, senza ambiguità, un'invenzione americana. Dalla fine degli anni Quaranta le manifatture italiane vi apportarono tutta la creatività che il loro senso estetico e tecnico era in grado di generare, fino a renderle, per alcuni, delle vere e proprie opere d'arte.
Questa avventura tecnica e sportiva iniziò però in modo piuttosto comico e poco "sportivo" nel 1948, quando il campione americano Robert Bogie si recò su invito della Federazione Italiana e prese parte a una serie di manifestazioni nel nord Italia. L'Italia con la sua modernissima macchina da tre punti, la Blitz III. Quest'ultimo ovviamente non manca di dominare a capofitto l'altopiano transalpino. È qui che coesistono ancora due versioni dello stesso fatto nella leggendaria storia di questo sport con lo stesso risultato. Che siano stati gli ingegneri della motoristica milanese BPM o lo stesso Guido Abbate a passare di notte, sotto la tenda, a redigere con cura i piani del Blitz III, resta il fatto che a uscire per primo è stato il cantiere Abbate. di sfidare qualsiasi concorrente del pianeta. Detentore della formula magica, Guido Abbate non si accontenta di produrre un solo scafo nella sua sede di Azzano sul Lago di Como nel 1949, ma quattro in totale, di cui due per i grandi campioni italiani Selva e Scarpa e uno per il pilota francese. Delacour.
I successi che seguirono spianarono la strada al successo di Abbate, che avrebbe reso il suo nome un marchio rinomato per le sue prestazioni di alto livello fino ai giorni nostri. Nel febbraio del 1953 la Laura da tre punti di Mario Verga, equipaggiata con lo stesso motore da corsa Alfa Romeo di serie della monoposto di Formula 1 di Juan Manuel Fangio, campione del mondo nel 1951, batté il record mondiale di velocità a oltre 226 km/h.
In quegli stessi anni la scena motonautica francese non era supportata da case automobilistiche come in Italia ei piloti francesi erano più nella categoria dei gentlemen driver. Ottennero un successo non meno brillante a livello nazionale e internazionale grazie a montature affilate come l'Abbate 2800. Una delle particolarità dell'epoca era la pratica comune di prestare barche tra campioni e questo, durante diverse stagioni di regate. Così per tutti gli anni '1950, questo pilota di Abbate si è distinto sia con Louis Delacour al volante che con il suo eminente collega Armand Machat ai comandi. Quest'ultimo ha battuto, tra gli altri risultati degni di nota, il record mondiale di velocità nella sezione di resistenza, l'11 novembre 1952 su questo Abbate BPM.
Nella sua livrea blu, questa racer n°3, con il suo motore da corsa BPM 2800 SS, è oggi l'unica sopravvissuta della mitica piccola serie fondatrice firmata Abbate nel 1949. Ha attraversato miracolosamente tre decadi abbandonata ma conservata integra. Restaurato su iniziativa di Jean Van Praet alla fine degli anni '1990, la maggior parte delle parti in legno è ancora originale mentre il suo raro motore da corsa dotato di carburatori Dell'Orto è stato accuratamente revisionato dal suo produttore BPM, situato oggi vicino a Verona, ancora custode di un know-how unico e i suoi preziosi archivi.
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