Rettangolare in vetro églomisé con fondo rosso e decorazione dorata di cineserie, uccelli su fondo di vegetazione, pagode, paesaggi animati da personaggi, e ornata da una decorazione traforata di palmette, volute di fogliame e volute in legno dorato agli angoli
In parte dal periodo Luigi XIV-Reggenza
(Alcune alterazioni e segni di usura al decoro, qualche sbeccatura e ossidazioni dello specchio, piccoli incidenti sui vetri, restauri)
H: 132 cm
L: 107 cm
Se la tecnica del vetro églomisé esiste fin dall'antichità, il termine vetro églomisé dal nome del corniciaio parigino Jean-Baptiste Glomy (1711-1786 circa) che si specializzò in questa tecnica apparve alla fine del XVIII secolo.
È un decoro sotto vetro: decoro a foglia d'oro, in questo caso di cineserie incise con la punta e ricoperte di vernice rossa. Il pattern da riprodurre è graffiato e l'artista lavora senza poter apportare correzioni.
L'entusiasmo per questa tecnica sotto Luigi XIV può corrispondere al desiderio di imitare le decorazioni in tartaruga e ottone dell'intarsio ispirate alle collezioni di ornamenti di Jean Bérain pubblicate nel 1690 e ristampate nel 1711 dal figlio Jean II Berain o Daniel Marot. Ma l'arredamento ispirato all'Estremo Oriente corrisponde
all'entusiasmo del tempo suscitato dall'esotismo: il duca e la duchessa del Maine fecero costruire intorno al 1700 un gabinetto della Cina nell'ala sud del castello di Sceaux, il duca di Richelieu allestì pannelli laccati dopo il 1724 (oggi conservato al Carnavalet museo) per il suo hotel in Place Royale (oggi Place des Vosges).
Questo specchio si presenta in buono stato conservativo, che permette una buona leggibilità del decoro églomisé.
È simile alla copia conservata al Museo delle arti decorative oa quella già al castello di Serrant, proprietà del conte Duchâtel e dei suoi discendenti.
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