Dim. 45 x 45 cm
Affresco a colori; piccoli restauri
Arte romana, epoca giulio-claudia, III stile, 20 a.C. - 20 d.C. J.-C.
Provenienza
Ex collezione del Dr. Athos Moretti (1907-1993), Bellinza, Svizzera, negli anni '1950-'1960
Ex collezione Pino Donati, Molinazzo di Montaggio, Svizzera, acquisita alla fine degli anni '1970
Letteratura di riferimento
ANDERSON, ML, Affreschi pompeiani, The Metropolitan Museum of Art, Bollettino inverno 1987/88
Sul simbolismo: BRUNEAU, P., Il motivo del confronto tra galli nell'immaginario antico, Toro. di Corr. Hellenic, 1965, 89-1, pp. 90-121
Su fondo rosso intenso, la scena presenta due galli che si scontrano, a capo chino, in un'ambientazione fantasiosa di una città romana.
Sullo sfondo, su una torre, vediamo un uomo che osserva la scena.
Questo affresco è da collocarsi nel 3° stile (20 aC - 20 dC) e coincide con il regno di Augusto. Da quel momento in poi è avvenuto un repentino cambio di stile e di tema. Durante questa nuova fase della decorazione murale, le pareti ne avevano spesso una unica
colore di sfondo come il rosso, il nero o il bianco ed erano decorati con elaborati dettagli architettonici, vegetali e figurativi.
Il motivo dei galli che si affrontano nell'immaginario antico è mantenuto per tutta l'antichità, adattato secondo i supporti e l'evoluzione degli stili; e ha vari significati.
È nell'arte orientalizzante che compare il motivo dei galli che si affrontano; si trova nelle ceramiche del mondo greco. A volte i galli sono affrontati direttamente, altre volte sono separati da un carattere o da un motivo ornamentale.
In seguito, questa rappresentazione sarà propriamente rappresentata da un combattimento di galli, e assumerà così il valore di una scena reale con l'apparizione dell'Eros nelle sue rappresentazioni, apportando così un nuovo valore allegorico e simbolico.
Questo simbolismo si riferisce all'ardore bellicoso manifestato in certe usanze greche di vittoria (Eliano, Var.hist, II,28; "Dopo la loro vittoria sui Persiani, gli Ateniesi prescrissero per legge che si svolgessero pubblici combattimenti di galli in un giorno di ogni anno a teatro".) che proseguirà in epoca ellenistica e romana (fig.1 - mosaico di Napoli). Questa allegoria della vittoria si estende successivamente all'ideologia della vittoria imperiale, l'arte dell'era imperiale rappresenta felicemente l'immagine di Victoria Augusti.
Per estensione, e come dimostra la ricorrenza del tema nell'immaginario degli affreschi pompeiani, lo spostamento verso un simbolismo funerario, e nel caso specifico dell'immortalità (trionfo sulla morte) come spiegato da F. Cumont (Recherches sur le symbolisme funéraire des Romains, Paris, 1942, p. 398), "la vittoria del gallo come quella dell'atleta o dell'auriga è stata interpretata, dal punto di vista escatologico, come simbolo di immortalità".
Affresco pompeiano romano raffigurante due galli in combattimento. 3° stile, 20 a.C. - 20 d.C
Su fondo rosso intenso, la scena presenta due galli che si scontrano, a capo chino, in un'ambientazione fantasiosa di una città romana.
Sullo sfondo, su una torre, vediamo un uomo che osserva la scena.
Questo affresco è da collocarsi nel 3° stile (20 aC - 20 dC) e coincide con il regno di Augusto. Da quel momento in poi è avvenuto un repentino cambio di stile e di tema. Durante questa nuova fase della decorazione murale, le pareti ne avevano spesso una unica
colore di sfondo come il rosso, il nero o il bianco ed erano decorati con elaborati dettagli architettonici, vegetali e figurativi.
Il motivo dei galli che si affrontano nell'immaginario antico è mantenuto per tutta l'antichità, adattato secondo i supporti e l'evoluzione degli stili; e ha vari significati.
È nell'arte orientalizzante che compare il motivo dei galli che si affrontano; si trova nelle ceramiche del mondo greco. A volte i galli sono affrontati direttamente, altre volte sono separati da un carattere o da un motivo ornamentale.
In seguito, questa rappresentazione sarà propriamente rappresentata da un combattimento di galli, e assumerà così il valore di una scena reale con l'apparizione dell'Eros nelle sue rappresentazioni, apportando così un nuovo valore allegorico e simbolico.
Questo simbolismo si riferisce all'ardore bellicoso manifestato in certe usanze greche di vittoria (Eliano, Var.hist, II,28; "Dopo la loro vittoria sui Persiani, gli Ateniesi prescrissero per legge che si svolgessero pubblici combattimenti di galli in un giorno di ogni anno a teatro".) che proseguirà in epoca ellenistica e romana (fig.1 - mosaico di Napoli). Questa allegoria della vittoria si estende successivamente all'ideologia della vittoria imperiale, l'arte dell'era imperiale rappresenta felicemente l'immagine di Victoria Augusti.
Per estensione, e come dimostra la ricorrenza del tema nell'immaginario degli affreschi pompeiani, lo spostamento verso un simbolismo funerario, e nel caso specifico dell'immortalità (trionfo sulla morte) come spiegato da F. Cumont (Recherches sur le symbolisme funéraire des Romains, Paris, 1942, p. 398), "la vittoria del gallo come quella dell'atleta o dell'auriga è stata interpretata, dal punto di vista escatologico, come simbolo di immortalità".
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