Marmo bianco a grana fine
Patina rossa sui capelli
Qualche mancanza in faccia
H_ 30,0cm
Arte ellenistica, II secolo a.C. J.-C.
Famoso drammaturgo greco (Atene 344-42 - Atene 293-90 aC), figlio di Diopeite, ricco cittadino e nipote del drammaturgo Alessi.
La tradizione lo considera uno studioso di Teofrasto (Diog. Laert. V, 36) e un membro di Epicuro, e un membro della cerchia di Demetrius Falerus.
Il poeta rappresentò la sua prima opera teatrale nel 322 e il suo primo premio con ????????1.
Ha scritto oltre 100 libri. Dopo la sua morte sarà considerato il più grande poeta della “nuova commedia” e, per alcuni, il principale poeta dopo Omero2.
Fin dall'antichità, diversi ritratti marmorei del drammaturgo, studiati e raggruppati nello studio fondamentale di GM Richter, esaminano a loro volta le ricerche ei paralleli proposti da Franz Studniczka (1860-1929). L'identificazione del ritratto di Menandro è stata a lungo oggetto di un lungo dibattito e basata su prove archeologiche3.
Studniczka studiò più di quaranta esemplari marmorei (busti, teste o altorilievi) che è utile confrontare qui per questo ritratto, che sono tra i più raffinati e i più simili a quelli finora conosciuti.
La testa qui presentata è di alta qualità.
La profonda espressività e la fedeltà fisionomica del drammaturgo sono il risultato di una magistrale resa dei dettagli anatomici.
Lo sguardo contemplativo si confonde elegantemente con i lineamenti nobili del volto (secondo le fonti citate da Athenoaios4, come “? ?????”, il bello), affermando un poeta e un esteta.
Gli occhi leggermente a mandorla sono caratterizzati da palpebre orlate e da un arco orbitale sporgente.
La fronte è leggermente ondulata con arcate contratte e lievi segni di tensione muscolare.
Le sopracciglia sono suggerite da piccoli tratti incisivi.
Il naso, leggermente ricurvo, è frammentario in punta, il mento rotondo e sporgente così come gli zigomi.
La bocca, invece, è carnosa e leggermente semiaperta, che ricorda un mormorio.
La mascella appare quadrata, il collo è muscoloso.
I capelli hanno una resa precisa e dettagliata, con ciocche ondulate alla maniera ellenistica.
La patina rossastra del capello suggerisce un deposito derivante dal colore originario.
Il trattamento della superficie del volto è liscio e in parte levigato, la qualità artistica ed espressiva di uno stile profondamente ellenistico fanno di quest'opera un originale che probabilmente ha ispirato successive copie romane.
Il confronto con esemplari attualmente conosciuti non fa che rafforzare questa breve rassegna.
Tra gli esemplari che meglio si adattano a questo ritratto, vale la pena ricordare:
Il busto dei Musei Chiaramonti, Vaticano, inv. 1453
Il capo del Museo Archeologico del Teatro Romano, Verona, (RICHTER, fig. 1564 n. 17)
Il busto rinvenuto ad Atene prima del 1760, poi Venezia, seminario patriarcale di Santa Maria della Salute (RICHTER fig. 1573 n. 15)
Il capo della NY Carlsberg Glyptothek, Copenaghen, IN 577 (RICHTER fig. 1589 n. 35) - fig. 1
Testa dal Museo di Corfù (RICHTER fig. 1633 n. 43).
**Origine :**
Collezione Vito Sturni (Via di Campo Marzio, Roma) poi per discendenza con Giuseppe Sturni e Luigia Vitali
Secondo la tradizione di famiglia, questo capo è stato acquistato dalla Galleria Sangiorgi di Roma negli anni '60.
ECCEZIONALE RITRATTO ELLENISTICO IN MARMO DI MENANDRO, II SECOLO a.C.
Confronti: per ogni parallelo, RICHTER, GMA, Ritratti dei Greci, Londra 1965, p. 224-237.
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