Terracotta silicea con smalto blu.
Bella conservazione.
H_ 7,0cm
Egitto, XXVI - XXX dinastia.
La divinità si presenta frontalmente nuda, con i piedi appoggiati su due coccodrilli, a loro volta appoggiati su un piedistallo.
Tiene un serpente in ciascuna delle sue mani. Sulla sua testa c'è uno scarabeo (trafitto longitudinalmente). Su ciascuna spalla era appollaiato un falco. Da ogni lato una divinità, dati gli attributi è Iside e Nefti.
Diversi dettagli anatomici del set sono dipinti di nero (le zampe del coleottero, gli occhi e le sopracciglia del Ptah, gli occhi dei coccodrilli, dei falchi.)
Sul retro, un foro di sospensione, e sul pilastro posteriore, è incisa una divinità (Iside o Hathor).
Il termine Patèque deriva dal greco pataikos impiegato da Hérodote per descrivere le rappresentazioni del dio Ptah sotto forma di nano.
A volte chiamato anche Ptah-Patèque o Ptah-Pataikos per distinguere le diverse rappresentazioni del dio.
Il simbolismo del nano come protettore dai brutti morsi, dai serpenti risale al Medio Regno.
Sono poi rappresentati come in questo amuleto, posti su coccodrilli e che tengono i serpenti con le loro potenti mani, due falchi sulle spalle e le dee Iside e Nefti su ciascun lato.
Il motivo inciso sul dorso di una divinità alata è un'ulteriore testimonianza della caratteristica apotropaica dell'amuleto.
Infine, lo scarabeo posto sulla testa del pataikos è un legame diretto con il dio sole nella sua forma rigenerativa.
Pubblicazione:
BRESCIANI, E., Una statuina amuletica di pateco sui coccodrilli in faience, Studi di egittologia e di papirologia, ed. F. Serra, Pisa - Roma, Vol. 1, 2004.
**Origine :**
Monaco, collezione privata di Madame V., collezione costruita negli anni '60-'90.
AMULETO DI PATAIKOS IN SMALTO DI FAIENCE EGIZIA, PERIODO TARDIVO.
Descrizione completa